mercoledì 25 gennaio 2012

Elucubrazioni Pt. 4

Tutto cambia. E' la frase più inflazionata di sempre, si sa. Uno non ci fa caso finché gli eventi non ti colgono impreparato e dinanzi al furore dell'ineluttabilità rimani inerme.
Ebbene, amo la Lemon Soda, innanzitutto.
Non ho mai bevuto Lemon Soda. Non perché non odi il limone o cose del genere, ma perché nelle mie strane associazioni mentali la Soda era quel qualcosa di contenuto nella Sprite/Gazzosa, e quelle si che mi fanno veramente schifo. Poi nel bar in centro gestito da una simpaticissima cinese (Molti dei commessi/baristi del centro di Modena avrebbero da imparare da lei per cortesia, velocità e sorriso anche dopo ore di lavoro) l'ho presa per la prima volta perché ad esclusione: di coca non ne avevo voglia, birra no, fanta nemmeno... Vada per la Lemon Soda! Ora quando posso prendo solo quella. Punto a favore per me.
Un cambiamento tutt'altro che piacevole, invece, l'ho notato per caso ieri andando in Accademia.
Via Irnerio, come ogni mattina. Cammino sul marciapiede di destra e... Manca qualcosa. Manca quel luogo! Manca una panetteria.
In questa panetteria mi ero scontrata la prima volta che venni a Bologna, a 14 anni. Avevo visto nella vetrina un bombolone ricoperto di cioccolato che sembrava delizioso. Grande come la mia mano, aveva l'aria di essere la cosa più buona al mondo. Allora mi ripromisi di assaggiarlo, prima o poi. Ora ci penso divertita perché all'epoca davo per scontato che sarei tornata a Bologna, quando in realtà dell'idea dell'Accademia nella mia mente non c'era nemmeno l'ombra (un po' come quella di un corso di Fumetto in un'Accademia!). Comunque una volta ho preso coraggio e me lo sono andata a prendere quel bombolone. Era delizioso, proprio come l'avevo immaginato. Nessuna delusione da enfatizzazione del ricordo. Buonissimo. Ora è diventato uno shop indiano, di cui Bologna è già pieno, e la cosa mi ha messo tristezza.. E' stato un po' come se mi avessero portato via un ricordo che avevo da troppo tempo, un motivo per il quale passare ogni giorno da quella strada. Anche se non prendevo ogni giorno quel bombolone il solo vederlo nella vetrinetta metteva allegria, e nemmeno un cartello di avvertimento di cambio di gestione. Nulla. Ed è tutto sparito.
Sta chiudendo il negozio dove mia madre mi comprava i giocattoli quand'ero piccola, a Trieste. Era il mio mondo incantato quello, dove ogni cosa di Sailor Moon che potessi immaginare esisteva.
Ha chiuso poi la Upim, negozio famosissimo sempre a Trieste che aveva più anni di me.
Tutto cambia e le immagini dei miei anni passati tendono a sfocarsi.
Poco male, ce ne saranno altre nuove, belle e stimolanti.
Ma, per una sciocca nostalgica come me, abbiate pietà... ci vuole un po' di tempo per abituarsi all'idea.

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