lunedì 22 ottobre 2012

Non mi farei chiamare blogger

Sono quasi due mesi che non scrivo su questo blog. Avrei potuto farlo molte volte, ma forse pensavo che i miei pensieri non fossero abbastanza importanti da essere condivisi, ma siccome sto scrivendo questo post piuttosto alla rinfusa, ammetterò semplicemente a testa bassa che è questione di pigrizia.
Nel frattempo ho ottenuto un paio di pubblicazioni nell'ambito del fumetto, e cosa ben più importante, ho visto finalmente Oslo. Perché Oslo? Che ne so.... I paesi scandinavi mi hanno sempre affascinata. Un po' come il Canada, che ci manca poco che nemmeno lo so trovare sulla cartina, il Canada. La cosa peggiore è che la Norvegia mi ha colta impreparata e mi sono trovata ad amarla con una prepotenza che non avrei mai immaginato. Ci sono colori, lì, che nemmeno me li sognavo. A marzo 2012 ho consegnato una tesi pratica dove mi ammazzavo di fatica per immaginare un autunno più autunno di quello visto a Berlino, e oggi se dovessi rifare quel benedetto fumetto, avrei le foto di Oslo, e copierei ogni cosa.
La vita, però, è buffa. Dico queste cose, ma quello era il mio viaggio di laurea.
Oslo costa cara. Però ci sono le cascate, le foglie gialle e rosse, il mare ed i fiordi che si vedono ovunque ti sporgi. La gente è strana, a volte fredda e a volte disponibile e gentile, non sai mai cosa aspettarti, a differenza di Trieste, dove sai che se trovi uno gentile probabilmente "non è di qui".
Sono tornata a Modena ed oltre alla depressione che mi evoca la città in sé, ci si è messa pure una rinata primavera che con il mio autunno norvegese non aveva nulla a che fare. Caldo, mal di testa, e Oslo è solo un sogno che tento di tenermi attaccata alla pelle cercando di ricordarne ogni profumo. La pioggia di Oslo.
Ho sempre amato la pioggia, ma quella è una melodia. E' la musica a pianoforte che senti solo tu, nelle tue orecchie, mentre guardi il mare color acciaio rugarsi delle gocce sottili della pioggia autunnale. E cosi quest'autunno mi sono innamorata. Il problema è che vorrei rivedere la Norvegia in Estate perché in traghetto verso i fiordi in autunno non ti ci porta nessuno, ma anche in inverno, perché sennò l'aurora boreale rimarrà un sogno nel cassetto per sempre. Eppure io sono innamorata dell'autunno della Norvegia e forse avrei dovuto dirottare là il mio placement Erasmus, per un anno magari. Ma di fumetti in Norvegia non se n'è mai parlato, mi sa. Sono andata anche a Londra, ma non ne parlerò, perché è stata una bella vacanza in un hotel da sogno, ma la Norvegia ha tirato fuori me. Ha tirato fuori la parte peggiore di me. Sono una maledetta solitaria ed ora vedo la gente e non la vorrei vedere. Ma sono io. La Norvegia mi ha ridato una parte di me che più per comodo che per scelta ho messo da parte a favore del quieto vivere con colleghi-amici e pseudo tali-compagni di università. Essere solitari non è una cosa negativa, Oslo sembra il luogo per la gente solitaria ed è splendente, quindi, forse, si può essere splendenti anche così, a modo proprio.
Posto qui due tavole pubblicate e un paio di foto. Non fatevi ingannare, non comprate i biglietti per la Norvegia se non siete convinti, solo perché questa pazza scriteriata ne parla come del paradiso terrestre. Penso che ognuno il proprio paradiso lo trova da sé. Ed io ho trovato il mio.