martedì 19 febbraio 2013

Polemizziamo il polemizzabile!

Forse cambierò grafica del blog, devo ancora pensarci.
Di recente ho visto molta bella roba in giro, dei blog fatti da gente che mi ha fatto rimanere a bocca aperta. Spero per queste persone che diventino dei professionisti, perché a mio avviso se lo meritano moltissimo.
Ma a parte questo, la giornata era partita male. Per un esame ci hanno commissionato un portfolio che però dev'essere hand made per quanto riguarda il contenitore di tavole, o meglio, la cartellina.
Ora, io non ho la forza di Hulk e non ho l'intelligenza di Mc Guyver per aggirare il primo dei miei limiti citato. Tuttavia penso che molti siano nelle mie stesse condizioni, e alla luce di ciò credo che la colla Attak sia un'immensa fregatura. Non perché non incolla (vedi Vinavil o Pritt) ma perché ha un cappuccio impossibile da svitare dopo la prima volta che se ne fa uso (quindi, deduco, incolla e pure bene). Siccome per me era più facile aggirare l'ostacolo Hulk che Mc Guyver, ho provato a svitare il suddetto tappo con l'aiuto di una pinza da lavoro e un altro arnese simile di cui non ricordo il nome. Nulla. Quindi uno spende sei euro di Attak per usarla una volta soltanto. Ho usato lo scotch. Non è uguale ed è pure abbastanza antiestetico, ma mi inventerò qualcosa. Io altri sei euro alla colla one shot non glieli dò.
Poi a darmi ancora più motivo d'irritazione c'è stato Indesign che ha fatto le bizze. Mi dava le immagini pixelate anche in preview, lo stronzo. Quelle immagini erano a 400 e 600dpi, com'è possibile? Non si sa. Fortunatamente i miei compagni di corso sono meglio del call center a numero verde, e appena postato il dilemma su faccialibro mi sono arrivate almeno dieci soluzioni diverse. Logicamente, come Murphy insegna, quella ottimale era l'ultima. Logicamente, sempre come Murphy insegna, la soluzione ottimale era anche quella che prevedeva di rifare tutto il lavoro. Però almeno adesso è fatta e potrò sostenere l'esame senza inventarmi che il pixel era un puntinismo post-moderno. Non ci avrebbe creduto, quel mio prof lì non è un idiota.
Tornando a noi, domani parto. Per chi è un po' nel giro, la cosa sembrerà assurda: Da giovedi comincia il BilBolBul, festival internazionale di fumetto, a Bologna. Praticamente sotto casa. E io me ne vado. Torno quando tutto è finito. Ma anche questa è una mezza verità. Le mostre dureranno fino ad Aprile (almeno quelle che interessano a me), solo gli incontri sono da prendere al volo. E quest'anno non c'è PippoCaio, ma tale Vittorio Giardino e Lorenzo Mattotti. Non che non mi sarebbe piaciuto incontrarli, per l'amor del cielo! Ma innanzitutto andare a Trieste comporta 5 ore di viaggio e dunque se devo stare lissù preferisco farlo per qualche giorno. In secondo luogo vorrei sabotare nel mio piccolissimo, quella manifestazione. Non perché non apprezzi il fatto che Bologna diventi ancora una volta polo del fumetto italiano.... Ma per l'Organizzazione Accademia che c'è sotto. Se partecipi a quattro incontri ti diamo dei crediti. Se applaudisci 10 volte e fai almeno tre domande pure un panettone in omaggio. Così, a mio avviso, non si ottengono i favori degli studenti, ma solo facce scocciate che si recano a tre su quattro incontri noiosissimi per poi venir sgridati dai professori in altra sede perché non si è dimostrato interesse. Quindi io non ci vado. Non pretendo che chiedano agli studenti quali autori (se possibile) vorrebbero incontrare ma almeno si potrebbe fare in modo che coloro che sono interessati lo siano davvero sarebbe un bel traguardo.
A parte questo hanno dato vita ad una mostra per i dieci anni del corso chiamata "I primi dieci" dove espongono a loro detta gli studenti più meritevoli dell'Accademia. A mio avviso questo è ingiustamente autoreferenziale. Infatti gli organizzatori danno modo di pensare che coloro che espongono sono coloro che hanno fatto buon uso delle conoscenze gentilmente elargite da insegnanti e mentori in Accademia. In realtà credo che molte di queste persone siano sbocciate nonostante gli insegnamenti introiettati dai prof d'Accademia.   In particolare ho visto i lavori di una mia compagna di corso che ho sempre stimato moltissimo e mi sono chiesta nonostante tutto come abbia fatto a non uscire dal suo stile e anzi, migliorarsi. Penso che la risposta sia semplice, si è migliorata da sé. Forse anche grazie al contatto con altri disegnatori, ma di ringraziamenti dovuti ai professori credo ce ne siano veramente pochi da fare. Uno di questi và al prof del portfolio. Dannazione (che esclamazione fumettara)! Quello si che è un vero prof.
Ma continuiamo a lavorare, non sarò mica rimasta a casa per niente oggi!
(oltre per il fatto che di andare a lezione oggi proprio non ne avevo voglia)

(Studio di personaggio + Pose di disegno per la scultura)


martedì 12 febbraio 2013

Come neve.

Ieri ha nevicato, e le strade sono nuovamente bianche.

Mi piace la neve, moltissimo. Da  persona cresciuta in una città di mare, ho visto la neve veramente poco nella mia vita, almeno finché vivevo in quel di Trieste. La neve sembra soffice, è un po' il riscatto per il freddo che l'inverno impone per qualche mese. Ma non sono qui a parlare di neve.
Sto cercando disperatamente di preparare 5 esami in meno di un mese. Nel frattempo devo trovare casa a Grenoble e una coinquilina nella casa di Modena che stia nella mia stanza il tempo necessario affinché io completi il mio tirocinio erasmus.. Come la peggiore delle donne in menopausa, ho degli sbalzi d'umore non indifferenti. Passo dall'ecitazione per la partenza alla depressione del omioddiomancapocononcelafarò. Ma la verità è che sono ottimista, perché in un modo o nell'altro ce l'ho sempre fatta. Ce l'ho fatta a -quasi-completare il video di animazione digitale. Una materia che non era mai stata spiegata, che verteva su un programma (adobe Flash) che non era mai stato spiegato. Ce l'ho fatta lo stesso. Non sarà il video del secolo, ma qualcosa ne è uscito.
Meditavo su alcuni gruppi che si sono istituiti su facebook, tipo "il coinquilino di merda" o "Il fidanzato di merda". Fa tutto molto ridere, ma capita poi di pensare che forse qualcuno potrebbe usare tale appellativo per me, e allora cerco di fare un esame di coscienza. Per ora penso di essere abbastanza a posto, ma poi magari non è così.
A breve è San Valentino.
Io adoro San Valentino, mi sa che l'avevo già scritto un anno fa. Ma la verità è che tra social network e affini vedo che la gente ha molta voglia di mostrare il dente avvelenato. Sul Papa che si dimette, sui coinquilini o fidanzati di merda, sulle pessime amicizie etc... San Valentino mi dà l'idea che esista un mondo a parte, che compare solo per un breve periodo ed è fatto di cuoricioni rossi e voglia d'amore. Poi magari non è così, ma da brava romanticona che sono, ho bisogno di crederci.
C'è un'altra cosa che capisco poco...è comune l'idea bizzarra che chi è single invidi gli impegnati e viceversa. L'invidia. Una brutta bestia. Io credo che non ci sia da invidiare nessuno, tant'è che uno single può facilmente impegnarsi con un minimo di costanza e la persona impegnata con un minimo di spina dorsale può risultare single. Eppure bisogna pensare ai sentimenti negativi, e pensando ad essi ci si infetta l'animo. Ma magari anche questa è solo un'opinione.
Vorrei un mondo più pulito, più candido.
Come la neve.