venerdì 21 marzo 2014

Printemps

Oggi mi sono svegliata con il rumore e l'odore dell'Italspurghi sotto la mia finestra.
In quel momento avrei potuto decidere di etichettare questa giornata come positiva o negativa, ho optato per la prima e mi sono messa a ridere da sola. Svegliarsi con l'odore di m.... è comunque più rincuorante che addormentarsi con la fastidiosissima voce della mia coinquilina.
Si comincia una nuova giornata, un'ora prima del solito. Un'ora di possibilità, scegliamo cosa farne.
Sono passati quasi dieci giorni dal mio ultimo post, ma mi sembra davvero di essermi laureata tre giorni fa e di non aver avuto tempo per nulla. Nel frattempo ho studiato un centinaio di pagine del libro di scuola guida, ho ripreso la matita in mano e persino il fumetto della tesi, perché lasciarlo lì cosi mi sembrava un lavoro mai finito del tutto. Avrei voluto rifare delle tavole, ma ho pensato che c'è un tempo per tutto e non volevo spendere altri nove mesi a rifare tutte le tavole (ciclicamente) rischiando che diventi un circolo vizioso e considerandolo incompleto per sempre.
Voglio molto bene a "Il biplano e la cometa" e non mi va di considerarlo in termini negativi.
Lo scorso weekend sono stata col mio uomo a Trieste. Vuoi perché avevamo un posto tutto nostro dove stare, vuoi per la frenesia della festa di laurea, vuoi per la tensione della proclamazione ormai sciiolta e fuggita via, sono stati due giorni davvero magnifici. Abbiamo percorso Trieste a piedi, la notte. Ci siamo presi i nostri tempi, l'ho portato a casa di mia nonna che è un luogo che collego più alla mia infanzia che al mio presente. La festa di laurea è stata "La Festa". I miei amici si sono adoperati cosi tanto che mi sono chiesta se me lo meritassi davvero, se, alcuni di loro conosco da cosi poco tempo, pensassero realmente che dovessi avere una festa perfetta, perché lo è stata.
A parte i giochi alcolici, la vestizione da pinguinone e un cartellone splendido (a dir poco), c'era un'atmosfera splendida che credo mi sia sempre mancata prima di questi ultimi tempi. Tutto ciò mi ha dato una spinta in più per prendere il mio ri-trasferimento a Trieste nel modo più positivo possibile.
Parlando con una mia ex coinquilina mi ha fatto presente che io sembravo quella più legata alla casa di tutte le altre, che si rendevano perfettamente conto di quanto fosse malconcia. La verità è che qui dentro ho i ricordi più belli legati alla mia esperienza modenese. La prima convivenza andata bene, l'anno in cui ho coltivato le amicizie che sono diventate quelle che mi spiacerà lasciare tra poco più di una settimana.
Però di quel tempo non c'è più nulla. Me ne sono ricordata stamattina con l'Italspurghi; con l'acqua della doccia diventata fredda perché d'estate si deve accendere il boiler; la voce dell'"uomo del garage" col suo accento da modenese di provincia che urla nel cortile per parlare coi passanti. L'anno scorso sarebbero stati alcuni tra i tanti discorsi/lamentele buttate sul ridere con la mia coinquilina. Ora noi non ci siamo più, e questa casa è fredda e piena d'indifferenza proprio come tre anni e mezzo fa, quando mi dicevo "spero di non doverci mai più ricadere in una cosa simile" mentre alla fine dei giochi sono esattamente allo stesso punto.
Dire che mi spiace lasciare Modena avrebbe senso se ogni giorno non dovessi tornare in questa casa svuotata. Ricordarmi che una volta reggevo il mio pinguino di peluche portachiavi come fosse la cosa più preziosa al mondo perché attaccate c'erano le chiavi di quella che per me era "casa". Ero felice di tornarvi. Non c'era l'odore pessimo di un deodorante per ambienti alla vaniglia né il rumore fastidioso dello sciabattare di gente arrogante, che lo fa perché pensa sia solo casa loro. C'era l'odore di the anche quando non lo avevamo ancora fatto. Mi piaceva vedere la porta della mia coinquilina aperta quando tornavo a casa, perché sapevo che la lasciava aperta per me, o almeno cosi sembrava. Era facile salutarla, era bello sperare che lei ci fosse, quando tornavo a casa. L'esatto opposto di ora, insomma, che se sento il vociare dietro la porta vorrei non doverla aprire e potermene andare. Dove non so.
Si spengono le luci su un capitolo lungo della mia vita e vorrei poter dire "cavolo, se solo avessi ancora un mese a disposizione..." ma non è così. Mi è successo lo stesso quando ho finito lo stage in Francia. La ricerca assennata di nostalgia in fondo al cuore, senza trovarla. A volte mi manca Grenoble, ma la verità è che la tesi e gli eventi mi hanno fatta correre avanti senza l'opportunità di voltarmi. Per me Modena è stato tutto per cinque lunghi anni. Mi rasserenava vedere la fontana di Largo Garibaldi che si tinge di blu e mi piaceva ricordare quella sera in macchina quando l'Italia venne qualificata alle finali degli europei e noi eravamo in macchina a suonare il clacson anche se non ce ne fregava niente. Perché era bello cosi, eravamo belli noi in quell'atmosfera leggera che ora non c'è più.
Tra dieci giorni starò montando il mio letto ormai vecchio nella camera di sempre. Ci appenderò Modena qua e là, le foto degli amici, il mio pannello in sughero coi biglietti del cinema e gli scontrini dei bar dei nostri viaggi. Vorrò ricordarla così quest'esperienza, come quel pannello, bello, pulito, perfetto.
Tra poco appenderò le luci comprate da Tiger che mi piacevano tanto, sposterò gli armadi come voglio io e prenderò in mano le chiavi pensando che avrò solo quelle e saranno di casa.
Mi manca la sensazione di svegliarmi la domenica mattina e sperare che mia madre sia sveglia per bere il caffè assieme, giocare col cane e poi borbottare un po', perché ho da fare ma mezza mattinata l'ho bruciata a lanciare giocattoli rumorosi.
Sono pronta a tornare a casa.
Anche solo perché posso chiamarla "casa".

Tavola unica random. Inchiostro, digitale e notte fonda <3


Oggi è la giornata mondiale per le persone affette da sindrome di Down. Tempo fa avevo disegnato un fumetto su questo tema. Trascorsi mesi lo rifarei per 3/4, ma il concetto continua a piacermi, e allora lo pubblico, come tributo ad una causa giusta. Perché ci può essere qualcosa di meraviglioso anche nelle situazioni più difficili.


Ah, e chiaramente, buona primavera a tutti, anche se da calendario è oggi ma sappiamo bene che è cominciata un mese fa o_O

 Tanto per dirle un'altra, non ho fatto ancora quasi nulla della Eli's List. Tant'è che avevo visto un giochino simpatico su Facebook che implicava il postare ogni giorno per cento giorni una foto che testimoniasse un motivo per essere felici in quel dato giorno.. Ma avevo paura sarebbe stata un'altra voce sulla mia lista!
E no, non riesco a proseguire nella lettura de "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", mi sa che vedrò prima il film e nel frattempo mi leggerò qualcos'altro. Non si sa mai che mi torni la voglia di riprenderlo in mano in un momento diverso.
A volte capita.

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