Non so bene per quale arcana ragione, ma mentalmente scrivo
post molto migliori di quelli che poi batto,
tastiera alla mano. Sono trascorse quasi due settimane dall’ultimo post
e mi sembra incredibile. Girovagavo per le strade della mia città pensando a cosa
scrivere, dettagli, piccoli pensieri, che ho lasciato sfuggire via e un po’ mi
spiace. Non perché credo che chi segue questo blog non avrà il privilegio (?)
di leggere delle cose assolutamente imperdibili, ma perché soffro il fascino
dell’ineluttabile. Qualche giorno fa (che per il mio metro potrebbe trattarsi
anche di due settimane) dovevo incontrare un’amica per un aperitivo. Ho preso
un autobus che evito sempre come la peste poiché fa un percorso lunghissimo, ma
quel giorno avevo tempo e voglia di percorrere il tragitto lungo mare e in
mentre avanzavo verso il luogo dell’appuntamento eccola li, una bellissima
possibile foto. Il mare, il sole che cominciava lento la sua discesa e un
gabbiano che volava in mezzo a questa cartolina, giusto per il gusto di
adornarla alla perfezione. Non sono scesa dall’autobus perché temevo di
arrivare in ritardo e quello scatto è rimasto un non-scatto. Tanto per farlo
pesare un po’ alla mia coscienza già torbida, le persone che attendevo sono
arrivate in ritardo e mi sono pentita di non aver seguito il mio istinto. Che
poi probabilmente sarei arrivata puntuale lo stesso. Negli anni ho maturato la
convinzione di avere una sorta di potere alla X-Men totalmente inutile, ovvero
quello di arrivare puntuale ovunque ed in qualunque circostanza. Non so bene
come funzioni ma so di per certo che la conseguenza ovvia di tutto ciò è
restare ad aspettare gli altri. Ma questo è un altro discorso.
Comunque, scrivo questo post mentre viaggio verso Modena per
trascorrere lì due giorni e mezzo prima di tornare a Grenoble. E’ finita dunque
anche quest’estate e con essa i tuffi in mare e le serate a camminare
attraverso la città senza sentire freddo. Devo dire che più di altre volte la mia città
mi mancherà. Questa volta, diversamente ad altri momenti, ho evitato di vedere
persone che mi avrebbero stressato o riempito dei loro problemi, eppure ogni
giorno è volato via ed avevo fatto la metà delle cose che avrei voluto fare.
Poco male. Non posso dire di essermi rilassata al 100% ma posso dire di essermi
goduta la compagnia di mio fratello per la prima volta dopo anni che veniva
risucchiato dagli impegni universitari. Ho conosciuto persone nuove, persone
che mi piacciono a pelle e non è da poco. Ho fatto il bagno di notte e letto
più di quattro libri, come non accadeva da tempo.
Insomma, adesso aspetto l’autunno. Con le sue notizie sul
tirocinio, le sue foglie cadute, l’anniversario con il mio uomo, il concerto
dei Nickelback, il nuovo album dei Dream Theater, gli ultimi due esami
all’università. Una stagione piena di novità belle o brutte, ma che condiranno
un cammino sempre più ricco, di cui posso raccontare a testa alta. Ho ricevuto
complimenti sinceri dalla mia sorellina acquisita. E il suo “sono fiera di te”
valeva moltissimo. Persino mia nonna ha detto di essere contenta di me e per
quanto forse dieci anni fa ci avrei dato molto più peso, un sorriso me l’ha
strappato.
I triestini siedono al lato del finestrino da dove vedranno
il mare fino a quando il mare scomparirà.
L’ho fatto anche io, ora, sempre.
Stavolta lo saluto dopo un amore che è durato di più, che è
stato più intenso, cosi tanto da farmi pensare che dovrò un fumetto a quei
luoghi per me magici da quando ero adolescente.
Per ora lo saluto, ma a questo mare, a questa città fatta di
gente un po’ruvida e cinica, a queste strade troppo belle quando le conosci, io
posso dire solo Arrivederci, perché tra di noi è amore, e gli amori veri non
conoscono la parola addio. Non nella mia favola.
qui una vignetta che rappresenta la prima casa dove ho vissuto (in realtà la prima della quale ho memoria)
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