venerdì 7 giugno 2013

Cose di casa

Mi piace più credere nel destino che nel caso.
Si può pensare che io sia ingenua, credulona o semplicemente scema, ma la verità è che se credessi che alcune cose sono lasciate al caso, mi incazzerei con il caso. Se si parla di destino penso sempre che ci sia una ragione, prima o poi capirò quale sarà. E se non la capirò, forse, aspettando mi dimenticherò di interrogarmi su questi perché. La cosa bella di avere una pessima memoria, l'hard disk è pieno, non ci sta dell'altra roba e qualcosa va a finire che viene eliminato senza che me ne accorga.
Ebbene, sono a Modena.
E' successo per una serie di bizzarri eventi. Ho accettato di venire in Italia mentre il mio tutor era in ferie così da poter stare un po' con la mia gente; poi sono arrivate allarmanti notizie sulle ultimissime lezioni di revisione prima della fine dell'anno (Nonché prima della tesi, dunque) e ho deciso di restare perché poi, la settimana prossima, ci saranno tre giorni di workshop obbligatorio altrimenti quelli dell'accademia non fanno laureare. Ricatto accolto, io ci sarò (avevo scelta?). Vorrei poter dire che sono contenta di essere qui e che il fatto di essere stata accolta da un caldo estivo mi rallegri alquanto, ma mentirei. E' stata una settimana complicata, che ha cambiato radicalmente il mio modo di pensare al futuro. Come già detto sono una persona ingenua, ma quando si tratta di amicizie mi rendo conto di mettere le mani avanti quasi come avessi sempre a che fare con dei criminali. Credo fermamente che se c'è l'amicizia ci sarà la fregatura, un po' come il vestito bellissimo che compri a 10€ e il giorno dopo le cuciture sono cosi sfilacciate che se ti va bene lo puoi usare come straccio per dar la polvere. Eppure, quando si trattava della mia coinquilina, non avevo dubbi o perplessità. Non c'era nulla che mi potesse far pensare che io e lei ad ottobre non saremmo tornate a lamentarci della casa fredda, dell'uomo del garage che sta sempre nel cortile a lavare la macchina urlando, della parrucchiera con i figli maleducati. Qualche sera avremmo preso la pizza da asporto perché di cucinare non ne avremo mai voglia, altre sere, quelle da festeggiare, saremmo andate a mangiar fuori. Che poi la pizzeria quella da mangiar fuori è appena poco più in là di casa, ma si esce comunque perché così si sta in pace per un po'. Dopo tre anni di convivenza e amicizia io sono caduta dalle nuvole e mi sono ritrovata a pensare ad ottobre senza di lei. Una casa vuota, una casa che non sarà più la mia casa. Avrei mandato al diavolo questo posto due anni e mezzo fa se non fosse stato per lei, ma ne valeva la pena di restare e non avrò mai rimpianti in
merito, nonostante le urla, i litigi e le serate no; che poi non erano mai no tra di noi ma sempre col resto del mondo.
Modena si è spenta sotto i miei occhi, dal nulla. Quasi mi stava piacendo questa città troppo piccola e un po' bigotta. Chi se ne frega se stasera si esce, torno a casa e sto con Giuliana. Ora non più. Lei se ne va e quando tornerò sarò di nuovo da sola a combattere per capire se val la pena provarci con le persone nuove oppure no. Di solito mi dico di no.
Ora l'idea di vivere qui mi spaventa. Ho amici che adoro, ma tornare a casa sarà come lo è stato per due anni, triste.
Ci si è messo poi il realizzare che quando tornerò in quel di Grenoble mancheranno solo un paio di settimane alla fine della prima parte del mio tirocinio e mi sembra di non aver realizzato nulla di che. Mi sembra che sia passato troppo in fretta quel momento che aspettavo da un anno, ed è passato con questo retrogusto aspro che non so far andar via dal palato.
Vorrei pensare con entusiasmo ad un autunno con un lavoro nuovo, senza impegni accademici e con il futuro tutto da decidere, eppure ora mi ritrovo a guardare con poco interesse le esperienze proposte dallo SVE per l'estero, sperando di avere un'illuminazione, qualcosa che mi dia la stessa voglia di fare dei giorni in cui combattevo per andare in Francia.
Sta scemando tutto, insieme a questo ultimo anno di corsi. Al primo anno ero così felice da non riuscire a controllare i miei sorrisi, oggi sto solo pensando al dopo-laurea perché fino ad allora sarò legata a doveri che cerco di svolgere diligentemente ogni giorno, con o stesso entusiasmo con cui mi metterei a fare il cambio di stagione negli armadi (NdR. non ho mai fatto un cambio di stagione nella mia vita ed ho imparato convivendo con delle donne che cosa sia) .
Da vera ingenua che sono mi dico che è solo un momento e tutto avrà di nuovo un equilibrio.
Nel frattempo disegno. Butto fuori ciò che ho bisogno di buttar fuori, quasi fossero pagine strappate di un diario segreto. Tanto penso che difficilmente qualcuno possa capire a fondo quando ci sono in ballo sentimenti cosi profondi, ma in qualche modo ho imparato che bisogna pur parlarne,magari in corso d'opera avrò chiari i perché... Oppure semplicemente avrò dimenticato.


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