mercoledì 15 maggio 2013

Settimo piano, stanza 708 (per un numero, non sono Nana)

Avevo preparato tutto un post sul mio primo giorno a Grenoble, ma arrivata al mio diciassettesimo giorno di permanenza mi sembrava sciocco pubblicarlo. In una settimana di ferie ho girato in lungo e in largo Grenoble e Saint-Martin d'Hères, dov'è situato il campus in cui alloggio. La cosa veramente stupefacente di Grenoble sono i suoi particolari. Dopo giorni che non faccio che guardarmi attorno, scopro ancora dei dettagli, dei particolari che mi fanno sobbalzare. Ora, non prendetelo per oro colato, io sono una che sobbalza per poco: una sera, per esempio, andando a vedere com'è la night life di Grenoble, mi sono imbattuta in una decorazione su un palazzo. Aveva dei cervi, somigliava un po' alle pitture rupestri ma fatta meglio.
Ho rischiato di perdere il tram per farle una foto.
A parte questo, la prima giornata tra hotel e primo giro d'esplorazione è andato tutto piuttosto bene. Adoro perdermi in una città nuova, quindi non avevo il panico del "omioddiodovecavolosono?". Cartina alla mano, e male che vada chiedo informazioni nel mio francese molto approssimativo ma che si fa capire. Il secondo giorno c'è stata la trasferta allo studentato e non è stata una bella esperienza. Siccome non avevano preventivato che sarei arrivata un paio di giorni prima (sebbene gliel'avessi comunicato tre settimane in anticipo), le addette mi hanno messa in un monolocale al piano terra.
Questo monolocale non so di chi fosse, ma ero interdetta dal toccare qualunque cosa... Passi, visto che dovevo starci appena un giorno e mezzo. Peccato che la notte io non avessi coperte, lenzuola, un cuscino e facesse un freddo assassino poiché i termosifoni non funzionavano. Avrei voluto scappare a gambe levate... Quell'incubo, oltretutto, sembrava uscito da una foto del catalogo Ikea. Era tutto arredato Ikea, persino i piatti e le stoviglie (intoccabili) erano Ikea. Al che, quando qualche giorno dopo ho scoperto che a pochi passi da qui c'è un Ikea non ho avuto il coraggio di andarci.
I giorni successivi sono trascorsi abbastanza in fretta tra il disegnare per l'esame di Fumetto Umoristico, fare i compiti lasciati dai prof di sceneggiatura, camminare dalle 3 alle 7 ore al giorno e sperimentare la palestra nel sotterraneo.
A Saint-Martin d'Hères, che è fondamentalmente un microcosmo studentesco, c'è una stupenda passeggiata lungo fiume e ancora una volta mi ritrovo incantata a guardare l'acqua che scorre. A Grenoble la città è percorsa dal fiume ed è uno dei motivi che me l'hanno fatta amare ancora prima di conoscerla. Dall'altra parte del fiume, rispetto al centro, c'è una via dedicata ai ristoranti etnici, tra cui ovviamente si sprecano pizzerie con nomi improbabili riferiti all'Italia. Già che c'ero, pregna di un masochismo che a volte mi sconfigge, ho ben pensato di andare anche sulla funicolare in direzione Bastiglia.
Partendo dal fatto che soffro di vertigini e sono stati i cinque minuti più lunghi della mia vacanza, c'è anche da dire che lissù faceva ancora più freddo che vicino al fiume (ovviamente), e la Bastiglia altro non è che un ristorante + negozio di souvenir (chiuso) con intorno mura antiche. Aggiungiamoci poi che arrivata lissù il panorama era veramente offuscato causa pioggia... sono stati 5€ buttati nel gabinetto. Pazienza.
Ad ogni modo devo dire di non potermi lamentare... Salvo casi eccezionali (per esempio cassiere del supermercato o la tabaccaia che vende gli abbonamenti del tram) ho avuto la fortuna di avere a che fare con persone gentilissime. Il sabato prima di cominciare a lavorare, addirittura, sono andata a vedere dove fosse la casa editrice dove farò il tirocinio, per calcolare un po' le tempistiche di viaggio e non arrivare in ritardo... Non sapendo dove fosse la via ho chiesto informazioni una volta arrivata a Saint-Egrève... Un ragazzo si è messo a cercare su internet sia dal computer che dal cellulare per dirmi dove fosse (ovviamente era la via dopo quella dove mi trovavo).
La settimana dopo è cominciata alla grande. Ero a dir poco entusiasta di cominciare il tirocinio. Il mio tutor in azienda, Michel, è una persona alla mano. Gentile, molto spiritoso e amante del buon disegno. E' una di quelle persone che ti fanno capire da ogni parola quanto amino il proprio lavoro, e credo che al giorno d'oggi non ce ne siano poi molti cosi.
Ho trascorso dunque una settimana a lavorare con photoshop e indesign, che per fortuna conosco un po', e ad uscire con la collega italiana ed i suoi amici francesi, così da abituarmi se non altro un po' alla parlata. Qui i ragazzi fanno molto cameratismo. Si conoscono senza fatica, escono insieme, si organizzano. Ieri, per esempio, c'è stato un pic nic in un parco e tutti portavano qualcosa da mangiare. Venti persone che in comune avevano relativamente poco (couchsurfer+imbucati tipo me) ma che riuscivano a comunicare tra di loro. Chi in inglese, chi in francese e chi a gesti (io). Sono ancora un po' destabilizzata dal modo che qui hanno di baciarti senza conoscerti. I due bacini sono d'obbligo. E dire che l'Italia per definizione è un paese di gente "calda".... Io già a dare la mano mi sentivo calorosa.
Comunque a conti fatti questa si sta rivelando un'esperienza molto bella. Peccato per lo studentato che abbia sempre dei problemi (cose che cadono perché sono incastrate anziché avvitate, rumori notturni, internet installato dopo venti giorni..), e che si faccia pagare molto, a mio avviso, per quel che da. A settembre vedrò di trovare qualcos'altro.
Inoltre dall'Accademia arrivano notizie bizzarre, ovviamente tutte insieme e ovviamente che mi mettono in una posizione difficile: il workshop obbligatorio con Igort (primo che apprezzo da quando ho cominciato l'Accademia), il rimborso dell'Erasmus che se arriva dopo un mese sono anche fortunata. Grazie tante, potevate dirmelo prima di partire.
Eppure il vivere da sola e in questa zona tranquilla, mi fa accettare tutto con uno spirito migliore.
Spero di continuare così. Avevo pensato di venire qui e riflettere sui miei difetti, sulle cose che mi hanno fatto divenare una persona più forte ma che apprezzo meno. E ora ci stiamo lavorando. Spero vivamente di ottenere qualche risultato. Ma la mia frase in questo periodo è "sono ottimista". E ottimismo sia.


My stupid Sketch

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