sabato 18 maggio 2013

Disegni buffi e Discorsi Nonsense. In arte: "perdonatemi, è l'ora".

Per cominciare questo post, stavolta, parto dai disegni. Più precisamente dai miei idiotissimi My Stupid Sketch... Qualunque cosa mi faccia ridere la trasformo in vignettine. Un po' per esercizio personale e un po' per far si che le persone accanto a me pensino che sto ridendo per qualcosa contenuto nel quadernino che fisso intensamente, non perché sono completamente scema.





Comunque,
ieri sera ho avuto la fortuna di presenziare alla presentazione di un libro accolto molto calorosamente dal pubblico, che c'entrava qualcosa con le chiese nella zona di Grenoble. Ora, già di mio non sono una persona particolarmente spirituale, se in più mi parlano di chiese con un francese ottimo e assolutamente inaccessibile per il mio misero vocabolario... Beh, nessuno potà biasimarmi di aver apprezzato molto l'aperitivo subito dopo le chiacchiere! E' stata una serata davvero bella, di quelle che ci si ricorda perché a modo suo è stata strana, così strana che vale per forza la pena tenerla a mente. Io e la mia collega/omonima, alla fine della presentazione, ci siamo infilate nel furgone del ristoratore di fiducia del nostro tutor. Con una guida a dir poco sportiva sfrecciavamo nel centro città notturno tra i Rollin'Stones e i suoi racconti di quando viveva a New York. Il tutto per catapultarci in un vernissage di un paio di mostre d'arte contemporanea su street art e disegni con colori simili a tatuaggi appena fatti. Nemmeno roba troppo brutta a dire il vero, ma senz'offesa, di (quasi) chiunque sia la firma sopra il foglio, 3500€ per un disegno su A4 sporcato di caffè e inchiostri di vario genere non li spenderei. Invece se mai avessi molti soldi da buttar via, allora li investirei in un tavolo del ristorante di questo ristoratore (di cui ancor oggi non ho capito il nome poiché lo dice sempre carico di adrenalina, mangiandosi le parole.) che ha ben pensato di aprire un locale a Saint Egrève di cucina tipica, vicino un lago minuscolo. Il ristorante, per amor dell'ovvio, si chiama qualcosa come "piccolo lago", ma va bene così. Al suo interno, a parte la grande terrazza di cui una buona metà ha il vantaggio di essere all'ombra, ci sono questi tavoli. Normalissimi, quadrati. Come quelli che normalmente si comprerebbero in un mercato delle pulci, o molto più semplicemente si potrebbero trovare vicino un cassonetto della spazzatura. Ebbene Egli ha ben pensato di far dipingere ogni tavolo da artisti famosi che, probabilmente grazie al suo amore per il collezionismo, ha conosciuto negli anni. Alcuni di quesi tavoli sono semplicemente stupendi e se avessi avuto la macchina fotografica senza troppi imbarazzi gli avrei chiesto di scattare un paio di foto, ma so bene che comunque non avrebbero potuto rendere in egual misura. I colori, con la trama del legno ruvido, davano una sensazione di bellezza che poteva creare solo l'artista attaverso il contatto con quel materiale. Assolutamente indescrivibile.
A parte tutto questo, la vita scorre rapida qui, e già sento che mi sto affezionando ai posti, alle giornate, ai miei momenti. Temo che come accade a volte per Trieste e a volte per Modena ma ogni giorno per Oslo, sentirò la nostalgia di questi luoghi. Ovviamente, io che faccio della nostalgia la mia bandiera, ne sono compiaciuta, ma mi rendo conto che non c'è nulla di normale in questo. Mi mancherà la persona che sono adesso. Perché a volte mi imbarco in discorsi nonsense in un francese stentato solo per essere partecipe della serata. Esco quando voglio uscire, non è necessario che debba fare questa o quell'altra cosa. Ho il fiume a due passi, e quasi una volta al giorno voglio poterlo vedere, un fiume. Disegno, scrivo, ascolto la musica nei tram rischiando di perdere la fermata. Sto cercando di farmi meno problemi su quello che le persone potrebbero pensare visto che spesso e volentieri dico solo "oui" per far capito che ho capito. Vai pure avanti col discorso, ti seguo, ma se mi metto a risponderti secondo me m'inceppo. Mi faccio meno problemi sul essere una brava amica perché da quando sono partita ho sentito spesso persone che normalmente si facevano sentire una volta al mese, e allora non voglio condividere troppo questo mio momento. è il mio momento, e vorrei mi restasse attaccato alla pelle in tutta la sua intensità. Non voglio condividere troppo, perché forse se lo facessi perderei un po' di vita a Grenoble.. Idee strane, so che non è così, ma cosa posso farci? La settimana prossima tornerò a Modena. Tralasciando il fatto che sono felice di rivedere le mie persone, un po' mi spiace anche. Perché la Bobine mentre sta per calare il sole è un pub ottimo e la location, che poi è solo un parco, mi piace. Respiro Grenoble, lì, ovunque e non mi basta mai.
Cambiando totalmente registro, per motivi differenti oggi ho fatto una riflessione riguardo ai bambini. La maggiorparte di essi sono estremamente ed innaturalmente diffidenti. E' chiaro, non accettare le caramelle dagli sconosciuti-non parlare con gli sconosciuti-non salire in macchina con gli sconosciuti. I bambini crescono con questa paura dello sconosciuto, quasi non fosse ovvio che qualunque persona che si vada a conoscere, prima era nient'altro che uno sconosciuto. Chiaramente il mondo è brutto e cattivo, pieno di malintenzionati e quant'altro, ma è anche vero che non tutto il mondo è così, e forse c'è più del bello di quanto non si voglia vedere. Stando con la mia collega, per esempio, ho approfondito il discorso del covoiturage e del couchsurfing. Il primo è fondamentalmente l'autostop organizzato grazie ad un sito. Una persona va nello stesso posto dove dovresti andare tu, e piuttosto che andarci in bus o in treno o in aereo, smezzi le spese del viaggio in macchina e vai. Il secondo è più complicato: ci sono diverse persone che hanno una casa grande, a volte con un divano o una stanza disabitate. Queste persone ospitano, sempre con un meccanismo di sito web mediato, i viaggiatori completamente gratis. Dunque a conti fatti chiunque può permettersi di viaggiare low cost senza dover sborsare cinquantoni come ridere per un albergo o ancor peggio un b&b di bassa lega. Ecco, questi sistemi in Francia funzionano benissimo. Senza voler mettere in dubbio che magari ci sarà stato qualche episodio spiacevole, qui questo genere di iniziative possono funzionare perché le persone ci credono e hanno fiducia. In Italia forse una cosa analoga farebbe fatica a decollare perché veniamo continuamente inondati da cattive notizie e "sai che il figlio del collega del cugino del nonno del ex vicino di casa del cane dell'amico di uno che non ho mai visto è stato stuprato?"... Non dovrebbe essere così, perché se poi si ama viaggiare anche solo per un paio di giorni, si ama un po' di avventura e magari, perché no, fare nuove amicizie, bisognerebbe avere la mente un po' più aperta. Le paure dei genitori spesso e volentieri diventano il terrore dei figli. Sentimenti moltiplicati all'ennesima potenza, quando in realtà con qualche precauzione di dovere ogni cosa potrebbe diventare semplice e uno splendido ricordo. Poi è chiaro, per quanto riguarda il couchsurfing io avrei dei problemi più che altro perché odio essere ospite, in generale, anche di amici o fidanzato. Però è anche vero che non si può sapere finché non si prova. Mentre per il covoiturage... Gente! Parliamoci chiaro, la benzina costa, l'autostrada pure e c'è la crisi. Se c'è qualcuno che può amortizzare i costi e magari non farti annoiare durante un viaggio, mi sembra più che accettabile! Insomma, vorrei incoraggiare i miei eventuali figli, in un eventale futuro, a non avere troppi pregiudizi, e a non precludersi delle opportunità per paura di questo e quello. La paura non fa bene a nessuno e la vita ci mette già abbastanza spesso di fronte la paura... Di non riuscire ad arrivare a fine mese, di non vivere abbastanza da dire alle persone quanto le si ami, che quelle persone muoiano.... E l'estraneo per quanto estraneo possa essere, di certo queste paure le ha anche lui.

Poi come dice mia madre, "quando sarai madre capirai". Forse è vero, ma se poi le cose cambiassero e diventassi paranoica e ossessiva, allora spero proprio di non capire assolutamente nulla.

 Ritratto "mangoso" di una mia amica in versione gatto.

Ritratto pinguinoso+caffeinomane+pinguinomane di me stessa. Nonostante l'aria truce mi ci rivedo parecchio e mi fa ancora sorridere...

Copertina di un capitolo del mio fumetto comico "Funny Angel". Prendo in giro (stavolta) le riviste patinate di gossip e varietà. La protagonista del mio fumetto è la stessa della copertina, sebbene nella realtà sia cicciona e poco aggraziata, photoshop fa miracoli pure in Paradiso.


Goodnight


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